Il Lios na Grainsi o Forte di Grange, si trovava nel cuore di una verdeggiante radura. Enormi pietre millenarie poste in circo-lo si stagliavano contro il cielo come giganteschi testimoni dello scorrere del tempo. Facevano da colonne a un soffitto fatto d’aria, solidamente piantate nella terra come se fossero state collocate lì da un enorme ciclope. Qualche chiazza di muschio le ricopriva qua e là lasciando intuire la loro presenza atavica in quel luogo. L’ingresso al cerchio era formato da un lungo corridoio come ad anticiparne l’importanza e la sacralità. Due file parallele delle me-desime grandi pietre fungevano da colonne lungo tutto il cam-minamento. Era un luogo di culto, ma soprattutto era sicuro e riparato da occhi indiscreti, ed era lì che, in passato, Fionn e i suoi alleati erano stati soliti incontrarsi per discutere di questioni importanti…
I miei estratti
Il Sangue dei Liberi – Il villaggio maledetto nell’Island
Arrivarono in vista della loro meta all’alba del quarto giorno. Il villaggio stava incastonato a valle di una catena rocciosa le cui cime erano ricoperte da un pesante strato di neve; una radura cupa e silenziosa si apriva dietro le fatiscenti abitazioni. Veniva chiamato il villaggio maledetto, l’unico nell’entroterra dell’Island. Camminando per quelle strade si aveva l’impressione di entrare in una valle morta; la neve grigia e sporca sommergeva le basse capanne quasi per intero e entrava lì dove le finestre erano state lasciate rotte. Sebbene il ghiaccio rinchiudesse in una morsa per-fino l’aria, un odore fetido saliva dai cumuli di escrementi che spiccavano nella neve. La campana di una chiesa abbandonata suonava, sospinta dal vento, un funebre rintocco che echeggiava nella silente valle come un inquieto presagio…
Il Sangue dei Liberi – Il regno della Madre
La Madre nella silenziosa solitudine del suo regno osservava l’immensa vastità davanti a sé. Un luogo di inimmaginabile bellezza dove l’occhio poteva perdersi cullato da quella meraviglia. Ogni radice di ogni singola pianta, dal robusto albero al sottile e delicato filo d’erba, viveva, fioriva o germogliava, formando la sgargiante natura dell’Isola d’Irlanda… ed essa confluiva in quel luogo. Tutte quelle delicate vite erano la sapienza e la conoscenza della Madre, il cuore pulsante, la fonte da cui ella attingeva in ascolto. La natura d’Irlanda le parlava di ciò che era stato e ciò che succedeva nel bene e nel male; era il solo suo contatto con la realtà al di sopra del suo regno…
Il Sangue dei Liberi – L’uomo con la maschera
Una figura avvolta in un nero mantello gli si fece incontro. Era più bassa e robusta di quelle alte e deformi che si lasciava alle spalle. Aveva proporzioni più normali, più umane. Adesso erano a pochi centimetri l’uno da l’altro e Killian si specchiò nell’oscura cavità del cappuccio per guardare in faccia quell’uomo. Ai suoi occhi si delineò il volto bianco di un cadavere con due tagli che correvano obliqui all’altezza della bocca e del naso; le orbite erano vuote ma luccicavano di una luce sinistra. Rimase inorridito davanti a quella maschera e arretrò di qualche passo…
Il Sangue dei Liberi – La Collina di Tara
Il sole tramontava sulla Collina di Tara. Lo spettacolo delle scie di luce rosa e amaranto che si delineavano nel cielo facevano da contorno alla grande fortezza posta sull’altopiano. I raggi del sole morente coloravano i verdi campi primaverili delle medesime luci, accendendo come piccoli fuochi fatui i fiori selvatici che si chiudevano preparandosi alla notte. Killian osservava incantato quella magia di colori.
Era ancora buio quando aveva lasciato la sua tenuta il mattino stesso diretto a Dublino. Il suo unico compagno era il vecchio Clay, un robusto cavallo da tiro che aveva acquistato quando ancora le sue finanze erano abbastanza floride. Lo scricchiolio delle frecce accatastate all’interno del carro gli ricordava che avrebbe dovuto essere puntuale alla consegna il mattino seguente: i Normanni non apprezzavano i ritardatari. Sapeva che passare per la collina avrebbe allungato il suo tragitto, ma nel regno del Meath non c’era niente che lo affascinava come quel luogo. Dove l’austerità dell’imponente maniero si fondeva alla selvaggia bellezza della campagna circostante…
Il sangue dei Liberi – La locanda di Coleraine
Come ogni sera, tutti gli abitanti del paese si riversavano alla locanda “Del Saltinbanco”. Uomini e donne, bambini e vecchi, come una grande famiglia. Ognuno di loro si lasciava abbracciare dal calore del camino; tra buon cibo e fiumi di birra, ristoravano corpo e spirito e la musica allontanava le fatiche di una vita dura. Era una locanda spartana non molto grande, con vecchi tavoli di legno e panche; il bancone marchiato dal tempo portava i segni di qualche bevuta di troppo. In un angolo vi era un grande camino sempre acceso e la stanza era illuminata da candele e lanterne disposte a caso sui tavoli o pendenti dal soffitto, che donavano alla stanza un’atmosfera accogliente e gettavano ombre dove vi era bisogno…